lunedì 13 ottobre 2008

Due piccioni con una fava

In modo assolutamente inaspettato, Il Corriere dell Sera, ormai noto come Il Corriere di Fatima, ha pubblicato un articolo di Christopher Hitchens, uno dei quattro cavalieri dell' Apocalisse.

L' articolo di Hitchens non è un articolo scientifico in senso stretto, ma una semplice dissertazione razionale su creazionismo ed evoluzione. La versione originale a questo link.

Ne ripropongo qui qualche stralcio, le note in rosso sono mie:
[...] Per dirla in breve, stavo guardando la fantastica serie televisiva Planet Earth («Pianeta Terra»), che vanta riprese fotografiche di altissimo livello, e si parlava delle forme di vita esistenti nel sottosuolo. Le grotte e i fiumi sotterranei rappresentano forse l' ultima frontiera inesplorata e la portata stessa delle scoperte, in particolare in Messico e in Indonesia, appare stupefacente. Si sono viste varie creature che abitano questi abissi, nel buio più totale, e sotto l' obiettivo della telecamera ho notato che queste creature - specie le salamandre - possiedono quella che chiamerei una fisionomia tipica. In altre parole, come tutti gli animali sono dotate di musi, bocca e occhi disposti nel medesimo ordine. Ma gli occhi di queste creature sono evidenziati solamente da piccoli affossamenti, o rientranze. Mentre mi sforzavo di capire il significato di questa osservazione, la voce autorevole di David Attenborough spiegava quanti milioni di anni ci sono voluti perché questi abitanti del sottosuolo perdessero l' uso degli occhi di cui avevano un tempo goduto. Se seguite anche voi l' incessante dibattito tra i sostenitori della teoria darwiniana della selezione naturale e i partigiani del creazionismo, o del «disegno intelligente», capirete immediatamente a che cosa voglia alludere. Il creazionista (definiamolo per quello che è e priviamolo del fastidioso attributo di intelligente) [Finalmente qualcuno che lo dice! Dovete sapere che in Italia invece si parla così: "L' Intelligent Design non è una teoria scientifica, però è una teoria filosofica"] parla invariabilmente dell' occhio con toni sommessi. Come ha fatto, si chiede, un organo talmente complesso ad aver percorso il lungo e accidentato cammino dell' evoluzione per raggiungere la sua attuale e magnifica versatilità? Il problema era stato enunciato correttamente da Darwin stesso, nel paragrafo «Organi di estrema perfezione e complessità» della sua opera L' origine della specie: «Supporre che l' occhio, con la sua impareggiabile capacità di regolare la messa a fuoco a distanze diverse, di consentire l' accesso di varie gradazioni di luminosità e di correggere le alterazioni sferiche e cromatiche, si sia formato grazie alla selezione naturale mi sembra, non ho timore di confessarlo, del tutto assurdo». I suoi difensori, tra cui Michael Shermer nel suo eccellente Perché Darwin è importante, si rifanno ai progressi scientifici post-darwiniani. Non si affidano a quella che potremmo chiamare «la cieca fatalità»: «Secondo quanto presuppone l' evoluzione, gli organismi moderni dovrebbero evidenziare una varietà di strutture morfologiche, dalla più semplice alla più complessa, che rispecchino un percorso evolutivo progressivo piuttosto che un atto di creazione istantanea. L' occhio umano, per esempio, è il risultato di un lungo e complicato cammino che risale a centinaia di milioni di anni fa. All' inizio forse si trattava di una semplice struttura dotata di qualche cellula fotosensibile, che forniva all' organismo le informazioni necessarie su importanti fonti di luminosità». Non andare oltre, intima Ann Coulter [N.B.: la versione americana di Rosa Alberoni, solo meno orrenda e più carismatica] nel suo ridicolo libro Senza Dio. «La domanda interessante non è: come ha fatto un occhio primitivo a trasformarsi in un occhio complesso? La domanda cruciale è piuttosto: da dove sono arrivate queste "cellule fotosensibili"?» Le salamandre di Planet Earth sembrano fornire a questo semplice profano una risposta sconvolgente a tale domanda. Gli esseri umani sono quasi programmati a pensare in termini di progresso e di curve graduali, ma sempre ascendenti, anche quando si trovano davanti all' evidenza che il passato serba tracce di grandi estinzioni di specie, tanto quanto di grandi nuovi sviluppi. Pertanto persino Shermer allude inconsciamente a un «percorso» evolutivo che punta verso il futuro. Ma che cosa si può dire delle creature che hanno fatto dietrofront, che hanno imboccato il senso opposto, passando da una vista complessa a una vista primitiva, fino a perdere del tutto l' uso degli occhi? Se qualcuno trarrà beneficio da questa indagine, non saranno certamente la Coulter e i suoi seguaci al Discovery Institute [ricordate? uno dei firmatari del Discovery Institute è Giuseppe Sermonti] dei creazionisti. Al massimo possono citare la Bibbia: «Il Signore ha dato e il Signore ha tolto». Mentre la probabilità che la cecità regressiva delle salamandre delle caverne sia un altro aspetto dell' evoluzione per selezione naturale sembra, a rifletterci, talmente palese da sfiorare la certezza matematica. Ho scritto al professor Richard Dawkins per chiedergli se mi fossi imbattuto nel germe di una nuova teoria, e ho ricevuto la seguente risposta: «Gli occhi vestigiali, per esempio, sono la prova certa che queste salamandre che vivono in ambienti sotterranei devono aver avuto antenati assai diversi da loro, in questo caso, dotati di occhi. Anche questa è evoluzione. Perché mai Dio avrebbe creato una salamandra con occhi vestigiali? Se avesse voluto creare salamandre cieche, perché non crearle prive di occhi? Perché dotarle invece di apparati oculari residuali che non servono a niente e che sembrano per l' appunto ereditati da antenati che vedevano? Forse la sua tesi ha sfumature diverse da questa, ma non penso di averla mai incontrata finora nelle pubblicazioni scientifiche». Consiglio la lettura del capitolo sugli occhi e la loro ricca e varia genesi nel libro di Dawkins Alla conquista del Monte Improbabile (Mondadori); inoltre, del capitolo intitolato «La storia del pesce cieco delle caverne», nella sua raccolta epica Il racconto dell' Antenato (Mondadori). [...]alla vecchia domanda teista, «Perché esiste qualcosa, quando potrebbe non esistere nulla?», siamo oggi in grado di controbattere citando le scoperte del professor Lawrence Krauss e altri, riguardo la futura distruzione termica dell' universo, lo «spostamento verso il rosso» evidenziato dal telescopio spaziale Hubble che mostra l' effettivo aumento nella velocità di espansione dell' universo, e la futura collisione della nostra galassia con Andromeda, che già occhieggia nel cielo notturno. Occorre pertanto riformulare la domanda: «Perché il nostro breve "qualcosa" sarà ben presto rimpiazzato dal nulla?» Solo quando saremo riusciti a scrollarci di dosso la nostra innata fiducia nel progresso lineare e a prendere atto delle innumerevoli regressioni passate e future, solo allora potremo afferrare la crassa idiozia [Ma no Chris, così vai "troppo oltre". Non lo sai? Bisogna portare rispetto ai creazionisti!] di quanti credono ciecamente alla divina provvidenza e al cosiddetto disegno divino. © Christopher Hitchens, distribuito da The New York Syndicate (Traduzione di Rita Baldassarre)

Hitchens Christopher


 



Questo è il primo piccione: una articolo che nella sua semplicità non ha mancato di fare imbestialire chi di dovere. Nel caso, si è esposto tale Giuseppe Lorizio, Teologo, del quotidiano L' Avvenire (...).


Qualche passaggio:




L'articolo di Christopher Hitchens, apparso sul Corriere della sera di giovedì scorso sulla presunta salamandra in grado di 'salvare Darwin' merita attenzione e un'attenta disanima da parte di chi crede ed intende pensare la propria fede [attenzione! hai scritto "Fede" in minuscolo!], rifiutando di riconoscersi in quella 'crassa idiozia' cui l'autore conclude a proposito di coloro che continuano a credere nella creazione e nella divina provvidenza [no, ciccio. Hitchens ha parlato di crassa idiozia a proposito di coloro che applicano la divina provvidenza e il disegno divino come spiegazione "scientifica" della diversità vivente. Ci sono credenti che non hanno difficoltà ad accettare il neodarwinismo, e questi Hitchens non li definisce crassi idioti. Inoltre vuoi ignorare che ha scritto anche "ciecamente". Questo significa null'altro che utilizzare l' artificio retorico noto come "L'uomo di paglia", cioè: un trucco retorico nel quale si attribuiscono all'avversario affermazioni che non ha fatto e poi si procede a demolirle, dando così l'impressione fasulla ma efficace di aver annientato la vera tesi avversaria. Ironicamente, cercando in google "uomo di paglia", vieve fuori tra i primi risultati il sito del mago Donascimiento del Web, cioè Luogocomune di Massimo Mazzucco, quindi la definizione l'ho copiata dal sito di Paolo Attivissimo].



Tale conclusione infatti poggia su alcuni fraintendimenti che sarà bene smascherare e che interpellano la teologia e il sapere credente.

Il primo di questi fraintendimenti teologici [oh, mio Prodigioso Spaghetto Volante! Come farà Hitchens a dormire la notte sapendo di avere frainteso la teologia!], ma anche il più madornale, consiste [rabbrividiamo] nella tesi di fondo di Hitchens. La fede infatti insegna e la teologia riflette il fatto che Dio ha creato il cielo e la terra, non le salamandre. Esse, come tutti gli altri enti che popolano l'universo sono creature, ma solo in quanto partecipano della creazione dell'universo. Con una eccezione formidabile, quella dell'uomo nella sua dimensione spirituale più profonda. Se infatti Dio avesse creato le salamandre ed ogni singola specie animale o vegetale, allora certamente avrebbe ragione chi attribuisce ai credenti un'ingenuità imperdonabile. Nella prospettiva della creazione, invece, è possibile l'accoglienza di una teoria evolutiva che -lungi dal negare l'atto iniziale e il continuo sostegno che Dio offre al mondo -può addirittura rivenire in processi evolutivi (o involutivi) come quello della perdita della vista da parte della salamandra, motivi per rivolgere uno sguardo meravigliato e riconoscente all'universo e alle sue creature. [ma siamo sicuri che in realtà i teologi non abbiano una qualche parentela con i gechi?]

da http://www.mascellaro.it/web/index.php?page=articolo&CodAmb=0&CodArt=25590


 



 

[caption id="attachment_265" align="alignnone" width="500" caption="Un teologo sorpreso a farsi una passeggiatina"]Un teologo sorpreso a farsi una passeggiatina[/caption]

 

E ora veniamo al secondo piccione.

Le pagine "scientifiche" dei nostri giornali, in Italia versano in condizioni che definire disastrose è come definire il diluvio universale (in concomitanza del quale, come è noto e verrà insegnato nelle ore di scienze a breve, Noè salvò tutti gli animali della Terra) come un acquazzone estivo.


Oggi è il turno del Corriere: ecco come appare su internet l' articolo di Hitchens:



Ora: questa non è questione di pignoleria. La sistematica è una branca impontartissima della biologia e uno dei cardini dell' evoluzione. Le salamandre sono anfibi, non rettili. Ai tempi di Darwin la parola "rettile" comprendeva rettili e anfibi, e ancora oggi la disciplina dell'erpetologia studia sia rettili che anfibi, ma le differenze sono evidentissime. In casi come questi, se non lo si sa, è sufficiente lasciare da parte inutili occhielli e limitarsi a riproporre l' articolo tale e quale. Starà alla curiosità del lettore, eventualmente documentarsi.


1 commento:

Anonimo ha detto...

[...] di religioni, profeti, creazionisti, complottisti e quant’altro - vi segnalo questo link, in cui è riportato un articolo di Cristopher Hitchens. Proprio lui, quello de “La posizione [...]